COLORANTI ALIMENTARI … NO GRAZIE! | Salute e Benessere

Maggio 14, 2022
pexels-arminas-raudys-808941-1280x853.jpg
Salute e Benessere | COLORANTI ALIMENTARI … NO GRAZIE!

Ciao,

I coloranti alimentari sono usati per rendere i prodotti più accattivanti, di bell’aspetto o originali, non aggiungono nulla dal punto di vista nutrizionale anzi …
Lo sa bene l’industria alimentare che grazie all’impiego dei coloranti rende i prodotti che produce sempre più seducenti. Infatti, è proprio vero che prima mangiamo con gli occhi, perché la vista è il primo contatto che abbiamo col cibo. Ma questi additivi sono veramente innocui?

Alcuni studi hanno collegato il consumo di alimenti con queste sostanze ad un aumento dei disturbi di attenzione e iperattività nei bambini, la fascia di popolazione certamente più a rischio, sia perché facilmente influenzabile, sia perché in proporzione questi additivi vengono assunti in dosaggio maggiore in rapporto al peso corporeo. Inoltre in soggetti predisposti possono scatenare attacchi d’asma, eritemi, riniti….

Insomma, i coloranti alimentari sono una categoria di sostanze che hanno un valore aggiunto più per l’industria alimentare (basso costo, ottima stabilità e standardizzazione, assenza di sapore) che per il consumatore (aspetto estetico … punto!).

Ma cosa sono i coloranti alimentari, cosa prevede la legislazione e come orientarci per schivarli?

Buona lettura! ❤

Maura


I coloranti alimentari fanno parte degli additivi alimentari

Nei Paesi appartenenti all’UE, la presenza di additivi alimentari deve essere indicata per legge sulle etichette alimentari tra gli ingredienti degli alimenti e identificate con una sigla preceduta dalla lettera E. Le etichette, inoltre, devono riportare sia la funzione dell’additivo impiegato che la sostanza utilizzata.

Il Regolamento (CE) n. 1333/2008 precisa che per «additivo alimentare s’intende qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come alimento in sé e non utilizzata come ingrediente caratteristico di alimenti, con o senza valore nutritivo, la cui aggiunta intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico nella fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel trattamento, nell’imballaggio, nel trasporto o nel magazzinaggio degli stessi, abbia o possa presumibilmente avere per effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti diventino, direttamente o indirettamente, componenti di tali alimenti».

Gli additivi più comunemente impiegati dall’industria alimentare sono antiossidanti, coloranti, emulsionanti, stabilizzanti, gelificanti, addensanti, conservanti e dolcificanti.

 

I coloranti alimentari sono sostanze prive di valore nutritivo o tecnico

I coloranti vengono volontariamente aggiunti ai prodotti alimentari per:

  • Ripristinare una perdita di colore in seguito al processo di lavorazione e produzione; oppure causata dall’esposizione a luce, aria, umidità e variazioni di temperatura
  • Migliorare la colorazione naturale o rendere il prodotto del colore al quale il consumatore è abituato associarlo.
  • Aggiungere colore ad alimenti che ne sono privi o che hanno un colore diverso.

I coloranti alimentari sono privi di qualsiasi valore nutritivo, sono addizionati durante la lavorazione dei prodotti alimentari per conferire un aspetto invitante e più appetibile. Mirano a sviluppare l’interesse ed il gradimento dei consumatori, puntando a fare percepire la qualità dall’aspetto dell’alimento: ad esempio un’aranciata è buona se è arancione!

Dato che l’impiego di coloranti alimentari può far apparire di buona qualità anche prodotti scadenti, esistono alcuni alimenti a cui è vietato addizionare coloranti alimentari, per citarne alcuni: latte, yogurt, uova, acque minerali, carni qualsiasi tipo, oli e grassi di origine animale e vegetale, pasta, farina, pane, succhi di frutta, concentrati di pomodoro e pomodoro in scatola miele.

I generi di cibi nei quali si utilizzano maggiormente i coloranti alimentari sono bevande analcoliche (spesso anche zuccherate), prodotti da forno, dolciumi (compresi gelati, merendine, caramelle, confetti), salse, cibi preconfezionati in genere e anche integratori alimentari.

 

Invece non sono coloranti …

Dal punto di vista legislativo, non sono da considerarsi coloranti alimentari:

  1.  gli estratti e i succhi di verdura e frutta (ad esempio carota, sambuco, barbabietola, prezzemolo)
  2.  i prodotti alimentari essiccati o concentrati
  3.  le sostanze aromatiche dotate di effetto colorante secondario, come zafferano

 

Come riconoscerli in etichetta

I coloranti in etichetta sono contraddistinti dalle sigle che vanno da E100 a E199

Quelli compresi tra 100 e 163 sono organici, naturali o di sintesi, mentre i rimanenti (dal 170) sono coloranti inorganici – minerali.

 

Coloranti naturali e sintetici … qual è la differenza

Come precisa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) io coloranti possono essere:

  • naturali, cioè estratti da specie vegetali o animali, sebbene naturale non sia sempre sinonimo di innocuo e salutare
  • naturali identici cioè prodotti chimicamente per riprodurre una corrispondente sostanza naturale,
  • artificiali, prodotti chimicamente e privi di un corrispondente colorante naturale, cioè non esistono in natura.

Tuttavia, la distinzione tra coloranti naturali ed artificiali ha poco significato sia perchè non esiste in termini giuridici, sia perché i cosiddetti coloranti naturali per essere ottenuti subiscono processi di estrazione a volte anche complessi e con sostanza chimiche, quindi alla fine di naturale non resta nulla se non il nome. Quindi non necessariamente un colorante neturale è innocuo o migliore.

Esempi di coloranti naturali sono: la curcumina (E100): colorante giallo-arancio usato per le mostarde, i dadi, i prodotti dolciari, i gelati alla crema, i latticini; la riboflavina (E101), o vitamina B2, colorante giallo presente naturalmente nel latte e in molti ortaggi verdi (es. il cavolo); la cocciniglia (E120): ottenuto essiccando i corpi delle femmine di dactylopius coccus (cocciniglia americana)c, un insetto he vive su cactus e fichi d’India, usato soprattutto per caramelle, sciroppi e bevande da aperitivo (colorante di origine animale); le clorofille (E140): pigmenti verdi presenti in piante e alghe; gli antociani (E163): coloranti dal rosso al blu.

In che quantità si possono usare? 

I coloranti alimentari autorizzati in Europa sono suddivisi in base alle caratteristiche tossicologiche in:

  • I coloranti alimentari autorizzati quantum satis (cioè “quanto basta”) possono essere utilizzati in conformità alle buone pratiche di fabbricazione, in quantità non superiore a quella necessaria per ottenere l’effetto tecnologico desiderato e a condizione che i consumatori non siano indotti in errore. Non è prevista una quantità massima.
    Ad esempio riboflavina, clorofille, antociani, rosso di barbabietola, caroteni (e fino a poco tempo anche il biossido di titanio E171 ora invece proibito)
  • I coloranti alimentari con limite massimo possono essere usati esclusivamente nel rispetto dei limiti della DGA (dose giornaliera ammissibile) stabiliti dalla normativa comunitaria. La DGA stabilisce la quantità di una determinata sostanza che una persona può assumere ogni giorno, per tutta la vita, senza conseguenze per la salute. Tale quantità viene espressa in milligrammi di prodotto per Kg di peso corporeo. E’ evidente che negli adulti determinate sostanze sono tollerate meglio che nei bambini.
    Esempi di coloranti con DGA: curcumina, rosso Allura E129, rosso di cocciniglia E120, blu brillante FCF E133.

 

Chi si occupa di valutare la sicurezza dei coloranti alimentari?

In Europa EFSA (agenzia europea per la sicurezza del cibo), attraverso SCF (Scientific Committee for Food), ovvero un comitato scientifico di esperti, si occupa della valutazione della sicurezza degli additivi alimentari prima della loro autorizzazione e successivamente dell’occorrenza di reazioni allergiche o effetti nocivi.

Tuttavia, EFSA non esclude la possibilità di ulteriori controlli per rivalutare, modificare o sospendere l’autorizzazione d’uso.
Infatti, la recente revisione del 2009-2016 ha esaminato tutti i coloranti autorizzati prima del 2009 (circa 40) per confermare o meno la sicurezza alla luce di nuovi dati scientifici.

In seguito a questo riesame il gruppo di esperti scientifici ha vietato l’utilizzo del colorante Rosso 2G (E 128), risultato potenzialmente cancerogeno e genotossico e ha rilasciato una dichiarazione sul gruppo di coloranti noti come “coloranti monoazoici solfonati”, di cui fanno parte il rosso allura AC (E129), l’amaranto (E123), il rosso cocciniglia 4R (E124), il giallo tramonto FCF (E110), la tartrazina (E102) e l’azorubina/carmoisina (E122).

A partire dal 20 luglio 2010, ai sensi dell’articolo 24 del Regolamento CE 1333/2008, l’etichettatura degli alimenti contenenti i coloranti alimentari E102, E104, E 110, E 122, E124, E129 deve includere le seguenti informazioni addizionali previste dall’allegato V del citato regolamento: «denominazione o numero e del colorante/dei coloranti: può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini».

Se vuoi approfondire QUI

 

Aggiornamenti sul biossido di titanio (E171)

In seguito al riesame di recenti studi, il 6 maggio 2021 l’EFSA ha aggiornato la valutazione di sicurezza dell’additivo alimentare biossido di titanio (E 171), ritenendolo non più idoneo come additivo alimentare, in quanto, nonostante non ci siano evidenze conclusive, non si può escludere una possibile genotossicità del colorante.

Questa sostanza è comunemente impiegata come sbiancante, in dolci, caramelle, prodotti da forno, alimenti per bambini e neonati, creme spalmabili e frutta secca trasformata.

La valutazione non riguarda l’utilizzo del biossido di titanio in medicinali, dentifrici, cosmetici. Tra questi ultimi, il biossido di titanio è spesso impiegato nelle creme solari, un prodotto che cominceremo ad usare a breve nei mesi estivo-primaverili, La pelle infatti non è una barriera impermeabile, anzi molte sostanze chimiche sono facilmente assorbite attraverso la pelle. Quindi bene leggere l’INCI in etichetta!

 

Quali sono gli effetti collaterali più comuni e chi sono i più vulnerabili

In caso di abuso, gli effetti collaterali più comuni associati ai coloranti alimentari sono emicrania, allergie, eczema, rinite, patologie intestinali, iperattività.

Infine, non si tiene conto del potenziale aumento di pericolosità di queste sostanze dato dall’effetto combinato e dall’interazione con alcuni alimenti.

In persone sensibili, come bambini, anziani, donne in gravidanza e in soggetti allergici e/o intolleranti i coloranti azoici – vedi sopra – possono causare attacchi asmatici, di rinite e orticaria. L’eliminazione di questi additivi può avere un effetto favorevole in queste persone.

Inoltre, sono ormai molti gli studi che mostrano un collegamento tra l’ingestione di coloranti azoici e la sindrome da deficit dell’attenzione ed iperattività nei bambini (ADHD).

 

Nonostante i controlli e le norme che regolamentano l’uso dei coloranti alimentari è bene ricordare che …
  • Gli studi effettuati per stabilirne la tossicità vengono effettuati principalmente su animali e non c’è prova degli effetti a lungo termine. Non è detto che ciò che non è dannoso oggi, non lo sarà dopo 50 anni di continua assunzione!
  • E’ impossibile analizzare tutte le possibili combinazioni di additivi e dosaggi di assunzione. Non si può escludere che combinazioni di additivi possano avere ripercussioni negative sull’organismo.
  • E’ difficile collegare gli additivi alla comparsa di malattie, ma non è escluso che in qualche modo possano contribuire alla sua comparsa
  • Nei paesi industrializzati è stato calcolato un consumo medio annuo di additivi alimentari (non solo di coloranti) pari a 4-5 kg per individuo, oltre 10g al giorno! Se vuoi approfondire QUI)

 

Quindi come orientarci? Fidarsi è bene ma …
  • Al supermercato preferiamo alimenti con un basso o senza contenuto di additivi
  • Se la lista degli ingredienti è lunga o se contiene nomi che non conosciamo lasciamo stare quel prodotto
  • Facciamo la spesa usando il cervello e non gli occhi
  • Se il colore di un alimento è troppo appariscente e costa poco sicuramente sono stati impiegati coloranti artificiali.
  • Preferiamo i cibi freschi e ingredienti naturali, evitate i cibi precotti e confezionati nei quali l’uso di additivi è spesso importante.
  • Riscopriamo il piacere di colorare i cibi con alimenti naturalmente colorati.

Ph credits: Pexels by Arminas Raudys


| SCRIVIMI | maura@maurabozzali.it

| PER APPROFONDIRE | 1. AWAKE – Risveglio di Primavera | 2. L’ENERGIA LEGNO: QUANDO FEGATO E CISTIFELLEA CI PARLANO … LE PAROLE CHIAVE | 3. L’ENERGIA LEGNO: IL MOVIMENTO DELLA PRIMAVERA | 4. IL MEGLIO E IL PEGGIO PER FEGATO E CISTIFELLEA

| VUOI SAPERNE DI PIÙ? |  1. RATATUJA con tante ricette sane, golose e naturali | 2. CONSULENZA ALIMENTARE NATURALE PERSONALIZZATA

Per scoprire tutte le novità e rimanere aggiornato seguimi anche sui miei canali ufficiali: RatatujaFacebook e Instagram.

MAURA BOZZALI

P.IVA: 12789070963
info@maurabozzali.it

Biologo iscritto a Ordine Biologi Lombardia N. AA_078097.
Operatore Olistico iscritto all’Associazione di categoria professionale SIAF Italia codice n° LO2061-OP. Professionista disciplinato ai sensi della Legge 4/2013.

 

Disclaimer

Le informazioni pubblicate in questo sito da Maura Bozzali non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del proprio medico.

Privacy Policy
Cookie Policy

Credits

Sito progettato e realizzato da
WEBATTITUDE | Milano

Grafica Immagine coordinata
Marco Linati per Maura Bozzali